A cosa servono le parole? Le parole servono per far uscir fuori
quello che ti capita di pensare e sono il modo per ricordare quello che
potresti dimenticare.
Le parole si possono urlare o sussurrare,
possono avere il suono del tuono e annunciare la tempesta...
Per stare coi bambini ci
vuole molta fantasia, perché bisogna essere sempre con la fantasia
un passo più avanti di loro per poterli sfidare e raggiungerci, a
venire su. Ad esempio, quando loro vogliono spingere una sedia per la
stanza, non vanno a scegliere la più leggera, giustamente scelgono
la più pesante, quella che fa più fracasso, quella che richiede più
fatica a spingere, perché la sfida deve mettere in moto le loro
energie; perciò dobbiamo essere un passo più avanti di loro per
sfidarli a correrci dietro, anche con la fantasia. Perciò il
discorso sulla fantasia non è fatto solo per i bambini, è fatto
anche per noi che stiamo con i bambini. Allora le operazioni della
fantasia con il loro significato vitale, non evasivo, non sono
momenti di riposo: «adesso inventiamo una storia», «abbiamo
inventato una storia, adesso lavoriamo sul serio». Questo è un modo
sbagliato di inventare storie, perché, se non è serio inventare
storie, è meglio non inventarle e fare quello che si crede lavoro
serio. Bisogna capire che non c’e un lavoro più serio, tutti
questi lavori sono seri allo stesso modo e le storie possono servire
proprio perché non mettono in movimento una valvola che sfugge dalla
personalità. Esse impegnano l’intera personalità, quindi anche il
pensiero logico e le facoltà di osservazione del reale e perciò
portano al reale e non fuori del reale. (G Rodari)
BIBLIOGRAFIE PER BAMBINI
Le
bibliografie sono realizzate dal gruppo di lettori del progetto
'Leggere per gioco, leggere per amore' della Biblioteca di Lecco (di
cui alcuni di noi fanno parte) e gentilmente concesse per essere
pubblicate anche in questo spazio.Il
gruppo si diletta in letture a voce alta ai bimbi che il sabato
mattina approdano nella biblioteca di Lecco, area ragazzi, dalle
10:30 alle 11:30.
La
parola d'ordine resta "lo stupore":
- stupore dinnanzi al
fantastico che si racconta e si anima nei libri per l'infanzia
- stupore dinnanzi alla
meraviglia delle immagini
- stupore dinnanzi alle
parole che si scompigliano e si riallineano creando sentieri da
esplorare insieme
- stupore dinnanzi al
colore che prende forma
- stupore dinnanzi agli
occhi catturati dei bimbi e alle loro risa che risuonano nella spazio
- stupore dinnanzi alle
distanze tra autori, lettori e spettatori che si dissolvono e creano
scie di armonia e familiarità

A cosa servono le parole? Le parole servono per far uscir fuori quello che ti capita di pensare e sono il modo per ricordare quello che potresti dimenticare.
Per stare coi bambini ci
vuole molta fantasia, perché bisogna essere sempre con la fantasia
un passo più avanti di loro per poterli sfidare e raggiungerci, a
venire su. Ad esempio, quando loro vogliono spingere una sedia per la
stanza, non vanno a scegliere la più leggera, giustamente scelgono
la più pesante, quella che fa più fracasso, quella che richiede più
fatica a spingere, perché la sfida deve mettere in moto le loro
energie; perciò dobbiamo essere un passo più avanti di loro per
sfidarli a correrci dietro, anche con la fantasia. Perciò il
discorso sulla fantasia non è fatto solo per i bambini, è fatto
anche per noi che stiamo con i bambini. Allora le operazioni della
fantasia con il loro significato vitale, non evasivo, non sono
momenti di riposo: «adesso inventiamo una storia», «abbiamo
inventato una storia, adesso lavoriamo sul serio». Questo è un modo
sbagliato di inventare storie, perché, se non è serio inventare
storie, è meglio non inventarle e fare quello che si crede lavoro
serio. Bisogna capire che non c’e un lavoro più serio, tutti
questi lavori sono seri allo stesso modo e le storie possono servire
proprio perché non mettono in movimento una valvola che sfugge dalla
personalità. Esse impegnano l’intera personalità, quindi anche il
pensiero logico e le facoltà di osservazione del reale e perciò
portano al reale e non fuori del reale. (G Rodari)
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10:30 alle 11:30.
La parola d'ordine resta "lo stupore":
- stupore dinnanzi al
fantastico che si racconta e si anima nei libri per l'infanzia
- stupore dinnanzi alla meraviglia delle immagini
- stupore dinnanzi alle parole che si scompigliano e si riallineano creando sentieri da esplorare insieme
- stupore dinnanzi al colore che prende forma
- stupore dinnanzi agli occhi catturati dei bimbi e alle loro risa che risuonano nella spazio
- stupore dinnanzi alle distanze tra autori, lettori e spettatori che si dissolvono e creano scie di armonia e familiarità

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